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Posa in opera scale a giorno

La rampa diritta

Mentre la posa in opera di una scala a chiocciola comincia inevitabilmente dal basso verso l'alto, è invece spesso più comodo, rapido e sicuro iniziare la posa di una scala a giorno dall'alto, "appendendo" la scala al solaio di arrivo.

Questo per vari motivi. In una scala a chiocciola, una volta fissato al posto giusto l'asse centrale, sbagliare la posizione della scala è impossibile. In una scala a giorno, invece, specie se di struttura complessa, ad "Elle" o ad "U", talvolta è difficile prevedere con assoluta precisione la posizione esatta del primo gradino. Un errore anche piccolo, e ci si ritrova all'arrivo, di fronte al solaio di sbarco, con l'ultimo gradino troppo lontano o troppo vicino al solaio ed impossibile da installare o da fissare correttamente. Spostare l'intera struttura della scala, magari già fissata parzialmente con delle staffe intermedie, diventa un problema. Partendo dall'alto, invece, la posizione del primo gradino, che non può avere impedimenti fissi tranne il pavimento (altrimenti non si potrebbe nemmeno inziare a salire), può avere un certo gioco.

Partire dall'alto aiuta anche a correggere qualche piccolo errore nel calcolo della alzate della scala dando più o meno 'acqua' alle rampe. Per 'acqua' della scala si intende la pendenza verso il basso che viene data alle pedate nelle scale in muratura per far scorrere facilmente verso il basso l'acqua con la quale vengono lavate. Anche una rampa in ghisa conserva sufficiente elasticità da consentirne una certa inclinazione, invisibile ad occhio nudo, ma tale da recuperare anche diversi centimetri di quota.

Dunque, partiamo dall'alto.

Normalmente nelle scale a giorno l'ultimo gradino costruito non si trova a livello del solaio, ma una alzata più sotto, per non sprecare inutilmente spazio e denaro. L'ultima pedata della rampa è perciò costituita proprio dal pavimento del piano di arrivo. Questo consente di utilizzare facilmente lo spessore del solaio per agganciare la scala.

In dotazione con la scala vengono consegnate due staffe a "C" , mostrate nella Figura 1. Queste staffe servono ad appendere la scala al solaio di arrivo (quello più alto, insomma). Chiaramente, solai diversi potranno richiedere staffe diverse, che saranno prodotte all'occorrenza, ma il principio resta il medesimo.

Figura 1

L'operazione di fissare il primo gradino a scendere è la più delicata, perchè da essa dipende in larga misura una posa in opera eseguita correttamente.

Bisogna riuscire a fissare le staffe in modo che il piano della pedata del gradino si trovi alla giusta distanza dal piano di calpestio del solaio superiore, in modo da creare la giusta alzata, uguale a tutte le altre che successivamente verranno installate.

Bisogna anche calcolare l'esatta distanza dalla parete laterale ( son poche le scale che non corrano lungo una parete) e fare in modo che i fori praticati nelle staffe corrispondano con i fori presenti sui gradini.

Figura 2

E' consigliabile lasciare un'aria di almeno 2/3 cm tra il bordo esterno del gradino ed il muro, quando c'è, sia per semplificare la posa in opera, sia per compensare eventuali fuori squadro dei muri medesimi (ci sono sempre, anche se non si vedono, fidatevi).

Per aiutarvi a calcolare le distanze potete sovrapporre al gradino i mezzi supporti di arrivo (Figura 3).

Nelle scale a giorno i supporti completi uniscono tra loro i gradini, i mezzi supporti vengono utlizzati allo sbarco ed in partenza, nel primo e nell'ultimo gradino, come vedremo anche appresso.

Figura 3

Una volta stabilita e segnata con una matita la posizione corretta delle staffe, si procede a forare il solaio ed a fissare le staffe in sede per cominciare ad appendere i primi gradini a scendere (Figura 4).

Se questa operazione sarà stata fatta correttamente, tutto il resto procederà con una facilità sorprendente.

Come si vede in Figura 5, la quota esatta in altezza cui fissare le staffe è data dallo spessore del mezzo supporto di arrivo, mentre, come indicato precedentemente in Figura 2, la distanza tra le due staffe è data dalla distanza dei fori anteriori della pedata.

Figura 4

Le staffe di fissaggio serrano ed uniscono tra loro vari pezzi: i mezzi supporti di arrivo, la prima pedata a scendere, i distanziali cilindrici (che servono a variare l'alzata della scala) ed il primo supporto intero, cui sarà appesa la seconda pedata.

Bisogna ricordare sempre che, quando si presenta un gradino per il fissaggio con quello superiore o con le staffe, bisonga sempre presentarlo completo coi distanziali cilindrici e col supporto posti sotto di esso, come indicato nella Figura 6.

Figura 5

Presentare questo blocco di pezzi tutti insieme in effetti richiede un po' di pazienza e l'uso di almeno 4 mani, farlo da soli è praticamente impossibile.

Una volta presentati ed incassati tutti i pezzi nelle staffe di fissaggio, si passa a bloccarli.
Dal lato del muro, dove la ringhiera non è necessaria, i gradini si bloccano tra loro con una barra filettata da 18 MA stretta da dadi ciechi sia sopra che sotto.

Dal lato interno, dove va installata anche la ringhiera, i gradini si bloccano, come nelle scale a chiocciola, utilizzando il piede delle colonnine che costituiscono il corpo della balaustra.

Figura 6

Il piccolo cilindro che vedete in Figura 7, sospeso tra il caposcala e la staffa, è un distanziale che serve a riportare in quota il corrimano e che viene realizzato a misura specifica scala per scala.

In sostanza, serve a compensare l'assenza della pedata e dei distanziali, che non vanno ovviamente posti sopra le staffe di fissaggio.

Figura 7

In Figura 8 il primo gradino a scendere correttamente installato. Da qui in poi non si tratta che di 'appendere' successivamente tutti gli altri gradini.

Figura 8

Di seguito, in Figura 9, vi diamo una idea della successione dei gradini:

Figura 9

I particolari delle Figure 10, 11 e 12 rendono meglio l'idea dei pezzi che vanno assemblati insieme montando ogni singolo gradino:

Figura 10

Figura 11

Figura 12

Sotto, in Figura 13, infine, la scala quasi completamente montata. Tenete presente che, anche se nei disegni non si vedono, sono necessari dei supporti per sostenere la rampa sinchè non si arriva a farla poggiare a terra. In realtà non è consigliabile lasciare appesi più di tre o quattro gradini alla volta senza sostenerli con qualche supporto.

Figura 13

A questo punto si passa al montaggio dei supporti di partenza, che sono dei mezzi supporti.

Dalla parte della ringhiera troverete in dotazione un caposcala del tutto simile a quelli della scale a chiocciola, cioè con un piede più corto e filettato internamente per ricevere il piedino filettato di appoggio.

Per evidenziare meglio la posizione dei vari pezzi, abbiamo abbassato il pavimento in due prospettive diverse (potenza della grafica...) nelle Figure 14 e 15.

Figura 14

Una volta stretta l'ultima pedata (ultima come serie di montaggio, naturalmente, ma ricordate che la prima pedata della scala, per convenzione, è sempre quella a salire) alla precedente, si possono bloccare i piedini con il caposcala ed il dado corrispondenti (Figura 16).

Figura 15

Se la scala è molto lunga e la rampa di conseguenza molto pesante, può essere consigliabile non limitarsi ad utilizzare i piedini, ma fissare definitivamente la scala al pavimento facendo dei fori in corrispondenza della posizione dei piedini e sostituendoli con delle barre filettate più lunghe, cementate al pavimento con del cemento a presa rapida o, meglio, con della resina.

Sulle rampe lunghe sarà anche il caso di inserire una staffa intermedia a parete - o, in assenza di parete, un paletto - per evitare il rischio di flessioni od oscillazioni.

Figura 16

E questo è il risultato finale, col pavimento tornato al suo posto (Figura 17).

Figura 17

Ancora il risultato finale a rampa completa.

Figura 18

A questo punto si può passare al montaggio del corrimano, che nelle scale a giorno a rampe diritte è molto più semplice che nelle scale a chiocciola. Infatti si tratta semplicemente di barre di ferro diritte, con i fori e le cieche che ospiteranno le viti già realizzati alla giusta distanza. Non c'è che da presentarlo sulle colonnine e stringere le viti. Solo sui capiscala andrà fissato con un punto di saldatura.

Figura 19

Se la scala prevede due colonnine a gradino, questo è il momento per montare quella intermedia. La procedura è identica a quella descritta per le scale a chiocciola, alle cui istruzioni rimandiamo per i particolari.

La differenza, nelle scale a giorno, è costituita dal tipo di supporto sul quale le colonnine intermedie sono fissate. Finalmente si ha la spiegazione della strana forma del supporto. Il piccolo tratto orizzontale serve a ricevere la base della colonnina. Nelle scale ordinate con due colonne a gradino, una parte dei supporti sono già forati al punto giusto per inserire la vite di bloccaggio.

Figura 20

Poichè non tutti i supporti sono forati, e quelli forati lo sono da un solo lato, è importante, durante il montaggio dei gradini, ricordarsi di montare i supporti forati dal lato giusto della scala (quello dove va la ringhiera) ed in modo che i fori siano rivolti verso l'alto e non verso il basso (Figura 20 a lato). Una volta che si è finita di montare la rampa, accorgersi di aver montato i supporti al verso sbagliato è una esperienza spiacevolissima (capita, capita...)

Tra la ferramenta in dotazione ci sono le solite barrette filettate ed i soliti bulloncini, l'aggiustamento in altezza delle colonnine avviene come già spiegato per le scale a chiocciola.

Figura 21

Di seguito ancora qualche disegno per chiarire.

Figura 22

Sotto, la colonnina intermedia montata (Figura 23). Una volta fissata in basso alla giusta altezza sfruttando le rondelle di spessore e stretta bene alla base, si avvita la colonnina in alto, al corrimano, utilizzando il foro già realizzato sul piatto. Via via si prosegue con tutte le colonnine intermedie, che sono perfettamente identiche tra loro. Nella Figura 24 il risultato finale.

Figura 23

Figura 24

Dopo aver fissato tutte le colonnine intermedie, ed avvitato il corrimano in ferro piatto, si può passare al fissaggio del corrimano mezzotondo di finitura che, come nelle scale a chioccola, andrà saldato sul corrimano piatto con qualche punto di saldatura.

E con ciò, abbiamo montato la rampa diritta.
Adesso passiamo a qualcosa un pochino più complicato.

La rampa ad "Elle"

Per scala a giorno con configurazione ad "L" si intende per brevità una scala composta da due rampe disposte ad angolo retto.

La giunzione tra le due rampe può essere costituita da un pianerottolo, ovvero, per risparmiare spazio e denaro, da una serie di gradini cosiddetti a 'ventaglio' perchè di forma grossomodo triangolare con un vertice in comune, come si trattasse di una porzione di scala a chiocciola.

Ci sono attualmente due tipi di 'ventagli' a disposizione per le nostre scale in ghisa: un ventaglio retto con due gradini ed un ventaglio curvo con 3 gradini.

Qualche disegno come al solito sarà più utile delle parole.

Sviluppo L retto
Sviluppo L curvo

Il ventaglio curvo

Cominciamo con l'esaminare il ventaglio curvo e supponiamo di aver già montato il pezzo di rampa diritta.

A questo punto dobbiamo installare il ventaglio. Il ventaglio è in sostanza una porzione di scala a chiocciola, e come tale va trattato. Necessita quindi di un asse centrale intorno al quale far ruotare i gradini. Questo asse centrale sarà sempre anche uno dei supporti della scala e deve essere prolungato sino a terra o sostenuto da una solida mensola a parete. Il centro del ventaglio è un punto di notevole sforzo meccanico ed è bene che le forze che vi si concentrano siano scaricate grazie ad un sostegno solidamente ancorato su un solaio o su una parete resistenti.

Troverete quindi nella confezione della scala un piedino diametro 18 mm la cui lunghezza può essere variabile a seconda del numero di ventagli utilizzati (nelle scale ad "U", ad esempio, ce ne sono due) e dell'altezza da terra in cui il ventaglio è posizionato. Da una parte di questo piedino vi è una basetta di appoggio, dalla parte opposta il piedino è forato e filettato per ricevere una barra filettata da 12 MA

Figura 25

Il piedino va posizionato sotto il foro dell'ultima pedata rettangolare corrispondente al vertice del ventaglio che dovrà farvi perno.

In corrispondenza, per bloccare il tutto una volta posizionati i gradini, troverete un caposcala con una base più corta e dotata di una barra filattata sporgente diametro 12 mm.

Il piedino è dotato di un copripiastra ornamentale e di un supporto-distanziale forato, anch'esso di lunghezza variabile a seconda del numero di ventagli e della loro altezza da terra. Avvitando questi due elementi tra loro si bloccherà il ventaglio in un insieme solido, come si vedrà più avanti.

Le Figure 26 e 27 illustrano parte di quanto appena spiegato, il resto si capirà meglio proseguendo nella lettura.

Figura 26

A questo punto bisogna inserire nel piedino tutti gli elementi necessari a completare il ventaglio, compresa la prima pedata rettangolare della seconda rampa diritta a scendere.

Figura 27

In ordine vanno inseriti nel piedino:

1) La copripiastra ornamentale
2) il supporto distanziale cilindrico ( che può avere lunghezza variabile a seconda del numero di gradini della seconda rampa diritta a scendere)
3) Il mezzo supporto diritto di partenza ( in questo caso ci va un mezzo supporto perchè la seconda rampa a scendere è costituita da un solo gradino, se la rampa fosse più lunga andrebbe inserito un supporto completo)
4) Gli anelli distanziali per riportare in quota l'alzata.
5) La pedata rettangolare
6) Un mezzo supporto diritto, ma rovesciato rispetto al precedente.
7) Un anello distanziale per riportare in quota l'alzata
8) Il primo gradino del ventaglio
9) Un distanziale cilindrico, che sarà già a misura.
10) Il secondo gradino del ventaglio
11) Un altro distanziale cilindrico
12) Il terzo gradino del ventaglio
13) Un mezzo supporto diritto per la pedata rettangolare
14) Gli anelli distanziali per riportare in quota l'alzata.

Figura 28

Ultima notazione, tanto per complicare le cose: ricordate che il mezzo supporto diritto posto sotto l'ultimo gradino della prima rampa a scendere dovrà essere fissato serrando sia il caposcala posto sopra il piedino che l'ultima colonnina prima del caposcala. (Figura 29)

Figura 29

Una volta inseriti tutti gli elementi, questi vanno bloccati assieme avvitando il caposcala e l'ultima colonnina della prima rampa a scendere. La barra filettata da 12 unirà caposcala e piedino in un punto nascosto dal mezzo supporto diritto in alto. Bloccare il caposcala e ruotare il piedino utilizzando una chiave inglese o altro attrezzo equivalente.La Figura 30 mostra il risultato finale dell'operazione.

Due osservazioni: primo, probabilmente, la prima volta sbaglierete la sequenza.( per esempio, potreste dimenticare qualche anello distanziale, oppure aver dimenticato di inserire il piedino di fissaggio del primo gradino). Non c'è che da rismontare tutto, fino al punto dell'errore, e ricominciare.

Secondo, anche se nei disegni non si vede, è ovvio che la rampa sospesa deve essere sostenuta da supporti provvisori durante il montaggio del ventaglio.

Figura 30

Adesso si passa a posizionare tutti i supporti esterni del ventaglio.

Partendo dall'alto si comincia con un supporto semicurvo, la cui parte diritta va ovviamente posizionata sotto la pedata retta, mentre la parte curva segue la curvatura della pedata a ventaglio sottostante.

Quindi si posizionano due supporti completamente curvi, poi nuovamente un supporto semicurvo, che è identico al primo, ma rovesciato, infine il mezzo supporto di partenza.

Figura 31

Da notare che, al contrario delle chiocciole, il verso destrorso o sinistrorso del ventaglio non può essere modificato in cantiere: i supporti curvi e semicurvi hanno un verso univoco, o sono destri o sono sinistri, quindi lo sviluppo della scala con ventaglio curvo dovrà essere stabilito definitivamente prima di ordinare la scala.

Le Figure 31 e 32 illustrano il tutto.

Figura 32

Il procedimento, a questo punto, è simile a quello del montaggio dei supporti della rampa diritta, con la differenza che essendo il lato esterno del ventaglio di profondità maggiore della pedata diritta, i supporti vanno montati sfalsati invece che perfettamente sovrapposti. Inoltre, poichè sono fissati in più punti, occorrono tre anelli distanziali invece di due per riportare in quota l'alzata (Figura 33).

La figura mostra la corretta posizione dei supporti curvi e degli anelli distanziali. Le colonnine ed i capiscala che uniscono tra loro i gradini curvi del ventaglio hanno una base più corta perchè, essendo i supporti sfalsati, gli anelli distanziali sono posizionati diversamente che nei gradini diritti.

Pertanto i gradini possono essere più facilmente fissati tra loro utilizzando la colonnina principale.

Figura 33

Si prosegue in questo modo fissando i gradini tra loro con i supporti curvi e semicurvi (Figure 34 e 35).

Figura 34
Figura 35

Montati tutti i supporti esterni e fissatili con le colonnine principali, la rampa è costruita, anche se il fissaggio con un solo dado per gradino è ancora precario. Ancora un paio di immagini per chiarire.

Figura 36
Figura 37

Oltre che con le colonnine principali, i supporti curvi e semicurvi vanno fissati tra loro ed ai gradini con le barre filettate corte ed i dadi ciechi d'ottone, nel modo illustrato nella Figura 38.

In dotazione troverete gli uni e le altre, che potranno avere altezza variabile, a seconda dell'alzata necessaria alla vostra scala.

Se la scala non prevede colonnine intermedie, anche l'ultimo foro andrà utilizzato per il fissaggio dei supporti utilizzando le stesse barre filettate e gli stessi dadi dell'esempio precedente.

Adesso il ventaglio è fissato con estrema solidità (Figure 38 e 39).

Figura 38
Figura 39

A questo punto si passa al fissaggio del corrimano, che avviene esattamente con gli stessi accorgimenti già spiegati nel montaggio delle scale a chiocciola, al quale rimandiamo

Ricordiamo a proposito della balaustra del ventaglio curvo, che all'inizio ed alla fine della stessa vi sarà sempre un caposcala, al quale il corrimano andrà saldato. Questo perchè, essendo la pedata del ventaglio più profonda di quella del gradino diritto, l'inclinazione del corrimano sarà comunque sempre diversa tra rampa diritta e rampa curva. I capiscala occorrono per accompagnare questa differenza di inclinazione in maniera semplice ed esteticamente accettabile.

Dopo aver montato il corrimano, si possono installare le colonnine intermedie, se la scala le prevede. Nel ventaglio curvo le colonnine intermedie sono sempre due. Per la prima, che va montata a metà della semicurva del supporto, potete seguire le stesse indicazioni già fornite per il montaggio della colonnina intermedia della rampa diritta e della chiocciola, alle quali pure rimandiamo.

Figura 40

La seconda colonnina intermedia va fissata al posto del bullone dell'ultimo foro libero, quello illustrato nella precedente Figura 39.

La barra filettata in questo caso sarà più lunga di quella della prima colonnina intermedia, poichè gli spessori da attraversare sono maggiori. (invece del solo spessore del supporto, c'è da attraversare la somma degli spessori del supporto superiore, del gradino, dell'anello distanziale e del supporto inferiore).

N.B. La regolazione delle altezze delle colonnine intermedie avviene come spiegato nelle istruzioni delle scale a chiocciola.

Figura 41
Figura 42

Anche questa scala è praticamente montata.
Tuttavia, data la curva cui è sottoposta la scala, il peso della rampa diritta superiore tende a torcere la struttura verso l'esterno. E' quindi raccomandabile, per non dire indispensabile, compensare questa tensione installando una staffa a parete, come illustrato nella Figura 42 sopra a destra. La staffa andrà fissata nel punto di congiunzione tra rampa diritta e ventaglio, come le immagini successive illustrano meglio.

Figura 43
Figura 44

Un'ultima osservazione. Come si vede nelle Figure 45 e 46 di seguito, se la rampa a scendere successiva al ventaglio è composta da più di un gradino, il cilindro supporto ed il piedino di sostegno del ventaglio diventano proporzionatamente più lunghi.

Figura 45
Figura 46

La scala ad "U" con ventaglio curvo

Lo sviluppo ad "U" con il ventaglio curvo non è altro che la prosecuzione dello sviluppo ad "S", solo che vanno montati sei gradini in curva invece di tre.

Il principio di montaggio è il medesimo: c'è un asse centrale intorno a cui ruotano i gradini, mentre sulla circonferenza vanno posizionati i distanziali curvi.

Poichè l'inclinazione del corrimano è diversa, anche a parità di alzate, tra i gradini a ventaglio ed i gradini diritti, la continuità del corrimano viene sempre interrotta da dei capiscala, che sono la soluzione più semplice per variarne l'inclinazione in maniera 'pulita'.

Figura 47

Poichè il ventaglio curvo si sviluppa intorno ad un asse centrale, ne consegue che le rampre diritte eventualmente presenti a monte ed a valle del ventaglio stesso finiscono per sovrapporsi leggermente, come si vede nella Figura 48

Questa particolarità non diminuisce lo spazio di passaggio a disposizione dell'utilizzatore, ma riduce comunque l'ingombro della "U" rispetto al ventaglio retto (che non si sovrappone), consentendo l'installazione di questo tipo di rampa in spazi leggermente più ristretti.

Se il ventaglio curvo ad "U" si chiude su se stesso e le eventuali rampe diritte si sovrappongono, ne consegue che il corrimano interno della rampa a valle del ventaglio non avrà un caposcala a cui agganciarsi, ma incontrerà, salendo, l'asse centrale del ventaglio (Figura 47)

Figura 48

Dovrà dunque essere saldato a quello. Per questo scopo viene fornito, tra i distanziali cilindrici in ghisa che compongono la struttura esterna dell'asse centrale, un distanziale in acciaio a cui sia possibile saldare il corrimano.

Speriamo di essere stati chiari. Le Figure 49 e 50 dovrebbero aiutare ad illustrare il punto.

Figura 49

Un ultima osservazione. Il ventaglio curvo è bene che sia sostenuto da staffe a parete o da paletti, sopratutto per evitare fastidiose osscillazioni e/o vibrazioni.

Il materiale necessario è sempre fornito insieme alla scala.

Figura 50
Figura 51